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PIANETI, PERCHE' TRASCURARLI

10 Settembre 2012 , Scritto da Eleonora Gitto Con tag #astronomia

Fra i vari oggetti celesti da osservare, ce n’è una categoria molto interessante e, purtroppo, a volte troppo trascurata: i pianeti.

I pianeti (almeno quelli principali) sono conosciuti sin dall’antichità per il loro particolare splendore nel cielo, nonché per i loro spostamenti apprezzabili nello spazio, che li contraddistinguono dalla (apparente) fissità delle stelle. Osservare i pianeti è un po’ più difficile che osservare la luna, a causa della loro distanza molto maggiore. Può a volte essere sufficiente un potente binocolo per un’adeguata osservazione, ma nella stragrande maggioranza dei casi è consigliabile un telescopio, anche di taglia non eccessiva.

Un elemento determinante è dato dal fatto che il telescopio deve essere ben fisso, ben stazionato e rigido: se l’immagine è mossa non si vedrà nulla. Se non si possiede un moderno telescopio con la ricerca automatica degli oggetti celesti (peraltro altamente consigliabile) è bene dotarsi di una buona carta del cielo, riferita al particolare momento nel quale si osserva. In internet se ne trovano di tutti i tipi e per tutti i gusti. Tramite essa, sarà possibile individuare la posizione dei pianeti, con riferimento alle costellazioni e anche alle coordinate celesti (ascensione retta e declinazione). Una volta individuato il punto, anche grossolanamente, dove si trova il corpo celeste da osservare, bisogna puntare con cura il telescopio in quella direzione, utilizzando dapprima il cosiddetto “cercatore”, quel piccolo cannocchiale montato in parallelo e allineato allo strumento principale.

Portato il pianeta al centro del crocicchio del cercatore, si prova a guardare se lo stesso è anche nel campo del telescopio principale. Se lo è, si affina la messa a fuoco. Per avere una buona visione, bisogna utilizzare un oculare di buona fattura e dalla focale corta (da 6 a 15mm circa), al fine di consentire un ingrandimento sufficiente. Si può anche usare un oculare con minori ingrandimenti, inserendo però adeguatamente una lente di Barlow, che serve a moltiplicare l'ingrandimento (normalmente lo raddoppia). È bene però rammentare che, prima di ogni sessione osservativa, bisogna prestare attenzione al “seeing”, che può grossolanamente definirsi “visibilità”, cioè a dire la purezza dell'aria. Se il cielo ci pare sereno ma c'è molta umidità e si nota che si forma con grande facilità la condensa sulla lente o sullo specchio, è meglio riprovare in condizioni più favorevoli per non rimanere delusi.

Pianeti

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